La storia del peluche e dei materiali di produzione | dalla stoffa alle plastiche tossiche e gli acquisti di qualità

Pianeta Hobby ed il mondo del peluche

Abbiamo deciso di dedicare alcuni articoli al mondo del peluche. L’articolo che state leggendo riguarda la storia del peluche, invece cliccando sul link potrete leggere l’articolo che riguarda il nostro negozio di Peluches a Milano, infine qui troverete un articolo sui rischi connessi all’acquisto di peluches di scarsa qualità. Abbiamo deciso di dedicare alcuni articoli al mondo del peluche perché riteniamo che questo tipo di giocattolo sia, in tempi virtuali di consolle e internet, qualcosa che non debba mai essere dimenticato per le sue proprietà affettive e per il valore tangibile che ha per i piccini e, a volte, anche per i più grandi.

I peluches come giocattolo

Il Peluche è un universale del giocattolo, almeno nel nostro periodo storico. Non c’è persona  che, durante la sua infanzia, non abbia assaporato l’intimo piacere di torcere le orecchie del proprio pupazzo peloso o non sia stato accompagnato nel mondo dei sogni da questi teneri amici. Non c’è bambino che tramite una nonna, uno zio, un amico del babbo o della mamma non abbia prima o poi ricevuto un bel peluche. Bill Watterson, con il suo Calvin e Hobbs, ci offre una perfetta rappresentazione dell’intimo legame che un bambino è in grado di stabilire con il suo peluche. Esso diventa di volta in volta amico o nemico nelle storie immaginarie, eroe che risolve la situazione o vittima da salvare. Per noi i peluches sono un’acquisizione ormai così scontata che è quasi impossibile immaginare un bambino che non abbia mai avuto il piacere di stringere un animale di stoffa tra le braccia. Eppure esso è un invenzione relativamente recente. Non bisogna confondere il vero peluche di stoffa con i molti simulacri animali che, nel medioevo e probabilmente anche molto prima, erano tra i gichi dei bambini di tutte le epoche. Essi erano spesso realizzati con materiali rigidi e con raffigurazioni truci, e soprattutto servivano a mettere in guardia il bambino dai pericoli di una natura ancora indomabile per l’uomo. Non è un caso che il peluche sia fiorito nell’ottocento, il secolo in cui l’uomo occidentale ha definitivamente siglato il suo dominio sulla natura ed ha perciò potuto abbandonare gli antichi timori e iniziare a raffigurare gli animali in modo tenero e morbido, non più come fonte di pericolo ma come fonte di affetto. Infatti l’orso, da belva feroce, si trasforma in quel dolcissimo peluche per eccellenza che tutti conosciamo.

Breve storia del peluche

Pare che l’antesignano più riconoscibile del moderno peluche sia da ricercare in una invenzione della signora tedesca Margaret Steiff che, sul finire dell’Ottocento, inizia a realizzare cuscini a forma d’orsetto.

La reazione è inimmaginabile. I bambini ne sono conquistati in modo irrefrenabile e la moda di questi orsacchiotti si diffonde con rapidità eccezionale. La fantasia deve aver spinto, come è giusto, i bambini a fare il passo successivo. La signora produceva solo cuscini, guanciali per la notte. Ma i bambini probabilmente non potevano certo tollerare di lasciare i loro amici nel letto ed è verosimile che li abbiano trascinati fuori dalla camera nei propri giochi. Infatti il mondo dell’industria non ha tardato a cogliere la potenzialità ed è così che alla Fiera del Giocattolo di Lipsia del 1903 il semplice cuscino della signora Steiff è ormai diventato il vero e proprio orsacchiotto che conosciamo. Questo ingresso rappresenta perciò il passo verso la produzione industriale su larga scala che, di lì a poco, inonderà il mondo occidentale.

I peluches di oggi: rischi della modernità

Da quel momento i peluches conoscono una fortuna intramontabile. Si moltiplicano produttori, modelli, materiali utilizzati. La diffusione di questo giocattolo, soprattutto in epoca recente, ha però presentato per la prima volta una serie di rischi connessi al risparmio sui materiali e alla selezione delle sostanza per la produzione del peluche. Un ulteriore peggioramento della situazione è dovuto all’ingresso sul mercato della massiccia produzione industriale cinese, spesso realizzata con plastiche di risulta

Addirittura, secondo un’inchiesta realizzata da Report a proposito dei giocattoli cinesi, oggi in Italia vengono importati moltissimi prodotti realizzati usando plastiche industriali ricavate da coperture per serre utilizzate in agricoltura. Plastiche illegali e intrise di sostanze tossiche. Vedere per credere: questo video di report ce lo mostra.

Questi fattori contribuiscono a creare la necessità di distinguere i peluches di qualità, realizzati con materiali sicuri e controllati, dai peluches di fattura ignota che possono arrivare da qualsiasi fonte ed esser stati realizzati con qualsiasi sostanza. Non è raro che i bambini li mettano in bocca o stiano diverse ore, durante la notte, a contatto con la stoffa di cui il peluche è ricoperto. Per non parlare del fatto che possono respirare ciò che è contenuto nell’imbottitura.

Nel prossimo articolo cercheremo di tracciare qualche linea guida per evitare rischi e acquistare peluches sicuri per i nostri bambini.

3 risposte a “La storia del peluche e dei materiali di produzione | dalla stoffa alle plastiche tossiche e gli acquisti di qualità”

  1. Perche’ la vera storia sulla nascita del pupazzo imbottito per bambini , nn viene piu’ pubblicata in nesun sito?
    Il pupazzo imbottito nasce con la necessita’ di proteggere i bimbi dall’umidita’ nella notte. Il nemico peggiore ,infatti, anticamente era la pleurite; per questo, nelle campagne, veniva messo nel lettino accanto al bimbo un cuscino imbottito di paglia; la paglia infatti assorbe l’ umidita’. Piu’ tardi il cuscino e’ stato sostituito da pupazzi o bamboline imbottite per far si che i bambini li stirngessero al petto, il loro compito infatti era assorbire l’ umidita’ che danneggiava i polmoni ,prevenire la pleurite percio’
    Belle le storie romantiche su Miss o Mistrer che si inventano business per dare un amico a bambini, i rimedi a cui riccorrevano i nostri “vecchi” erano sicuramente piu’ ricchi di buon senso.
    Ciao

    1. Cara Daniela,
      grazie di questa segnalazione. In realtà negli studi che abbiamo fatto questo elemento non emergeva ma ci sembra molto sensato quindi ti ringraziamo per aver ampliato la storia con il tuo commento.

  2. Salve,

    mi chiamo Gianna e lavoro per http://www.biosolex.com un negozio on line di Giocattoli Ecologici per Bambini e Neonati.

    Noi siamo sempre alla ricerca di blog interessanti, mi ha colpito molto il vostro, mi piacerebbe, se fosse possibile, poter collaborare e far conoscere la nostra attività attraverso il vostro blog.

    Noi abbiamo dei prodotti molto particolari, come i giochi in legno della Hape Toys, uno dei maggiori produttori mondiali di giocattoli in materiali sostenibili, al tempo stesso creativi ed eco-compatibili.
    http://www.biosolex.com/hape/

    Resto in attesa di un suo riscontro.

    Cordiali saluti,
    Gianna Pellecchia.

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